Nel quadro delle restrizioni sempre più severe imposte alle donne, fonti locali a Kabul riferiscono che, negli ultimi due giorni, le forze talebane hanno fatto irruzione in quattro saloni di bellezza femminili nelle zone di Dasht-e-Barchi e Shahr-e-Naw. Questi saloni operavano in modo clandestino. Secondo le fonti, i talebani hanno arrestato le estetiste e confiscato le attrezzature dei locali.
Sebbene le donne siano state rilasciate dopo alcune ore di detenzione, le fonti affermano che durante l’arresto sono state insultate e umiliate. Un’estetista, che ha chiesto di rimanere anonima, ha dichiarato ad Amu:
> “La polizia morale ha fatto irruzione nella nostra casa e ci ha umiliate con parole offensive. Siamo le uniche che portano il pane a casa per le nostre famiglie. La chiusura di questi saloni spingerà le nostre vite verso la rovina.”
Allo stesso tempo, diverse estetiste hanno confermato che gli uffici di sicurezza talebani hanno chiesto somme comprese tra 10.000 e 100.000 afghani in cambio del permesso di operare. Tuttavia, nonostante il pagamento di queste somme, i dipendenti del Ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio dei talebani hanno continuato ad arrestare e minacciare queste donne. Fonti locali riferiscono che i funzionari di questo ministero hanno anche richiesto “pagamenti separati” alle estetiste per consentire loro di proseguire l’attività.
Le attiviste per i diritti delle donne descrivono queste azioni dei talebani come un ulteriore esempio delle loro “politiche repressive” contro le donne. Secondo loro, i talebani continuano a minacciare e arrestare le donne lavoratrici senza offrire alcuna alternativa occupazionale o sostegno economico. Un’attivista di Kabul ha dichiarato ad Amu:
> “Privando le donne del diritto al lavoro, i talebani le stanno di fatto spingendo all’isolamento e alla povertà, e la comunità internazionale non deve restare in silenzio di fronte a questa oppressione.”
Va ricordato che nel 2023 il leader talebano Hibatullah Akhundzada ha vietato l’attività dei saloni di bellezza femminili. Tuttavia, a causa della mancanza di altre opportunità lavorative, alcune donne hanno continuato a gestire i loro saloni in segreto.
Oggi, con l’aumento delle ispezioni, le irruzioni ripetute e le crescenti pressioni di sicurezza, cresce la preoccupazione per il destino di migliaia di donne impiegate nel settore della bellezza e dell’estetica. Secondo alcuni abitanti di Kabul, le politiche attuali stanno colpendo non solo i mezzi di sussistenza delle donne, ma anche il tessuto sociale della città.


