La storia di Fariza Ebrahimi: la ragazza afghana che brilla nei limiti
Fariza Ebrahimi, nata nel 2008 a Lal Sarjangal, provincia di Ghor, è una giovane atleta afghana. Ha studiato fino all’ottava classe, ma con la caduta del precedente governo e il ritorno dei talebani, tutto è cambiato. Le scuole sono state chiuse alle ragazze e il suo sogno di istruirsi si è spezzato a metà. Fariza e la sua famiglia sono state costrette a lasciare l’Afghanistan e rifugiarsi in Iran. Anche lì, però, le difficoltà economiche non le hanno permesso di continuare gli studi.
Nonostante tutto, Fariza ha trovato un’altra strada per portare avanti i suoi sogni. A tredici anni è entrata nel mondo dello sport, scegliendo il kickboxing e il muay thai, discipline che l’hanno conquistata per la loro energia e passione. Racconta che la sua famiglia è stata l’unico vero sostegno in questo cammino.
I suoi successi non sono pochi. Nel 2024 ha conquistato il titolo internazionale di kickboxing e ha ottenuto numerose vittorie a livello provinciale e nazionale nel muay thai. Ma per lei il trionfo più grande è un altro: essere diventata un modello per le ragazze che vivono sotto restrizioni. Ripete spesso una frase che la rappresenta: «Brillate nei vostri limiti.»
Parlando dei giorni bui del ritorno dei talebani, la sua voce trema: «Quel giorno è stato il peggiore e il più indimenticabile della mia vita. Ho sentito che la mia patria, i miei sogni e i miei obiettivi mi erano stati portati via.» La sua famiglia era direttamente minacciata: il fratello era nell’esercito e la sorella lavorava per un’organizzazione internazionale per i diritti umani. Quelle minacce hanno costretto tutti a lasciare l’Afghanistan.
Nemmeno l’Iran, però, è stato un porto sicuro. Fariza sperava di poter continuare la sua carriera sportiva, ma ha trovato davanti a sé un altro muro: la discriminazione. «Abbiamo ricostruito la nostra vita da zero, ma per il fatto di essere migranti afghani abbiamo subito molte umiliazioni. Non mi hanno permesso di allenarmi o di partecipare alle competizioni. Spero che un giorno il razzismo sparisca da ogni paese.»
Secondo Fariza, il problema più grande per le ragazze afghane nello sport è la mancanza di sostegno: né economico, né psicologico, né qualcuno che ascolti la loro voce. Quello che pensava sarebbe stato un’opportunità, la migrazione, si è rivelato invece una nuova limitazione.
Eppure, nonostante tutte queste difficoltà, la speranza resta viva. Fariza dice di trarre forza dalla sua famiglia, dal suo paese e dal sogno di giorni migliori. Il suo desiderio più grande è tornare un giorno in Afghanistan e poter praticare sport liberamente. Ma guarda anche oltre i confini: il suo obiettivo è competere al massimo livello internazionale e partecipare alle gare dell’organizzazione One Championship, per portare onore al nome dell’Afghanistan.
Il messaggio che lascia a tutte le ragazze afghane che vivono sotto le restrizioni è chiaro e luminoso:
«Brillate nei vostri limiti e non perdete mai la speranza.»
Razia Ehsani, giornalista